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Crisi Superbonus: nella provincia di Venezia a rischio 40 imprese edili

todayFebbraio 28, 2023 1

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Crisi Superbonus: nella provincia di Venezia a rischio 40 imprese edili

Crisi Superbonus: nella provincia di Venezia a rischio 40 imprese edili .Sarebbero circa 30/40 le imprese consorziate Cna edili in grave difficoltà e addirittura a rischio chiusura.

Numeri che spaventano l’economia della provincia di Venezia, perché i risvolti sarebbero tragici dal punto di vista lavorativo e sociale: Numerose famiglie si ritroverebbero in grosse difficoltà economiche.

La scelta di bloccare le cessioni del credito stabilita dal governo (che ora sta cercando la strada per evitare impatti devastanti) spaventa tutti.

Crisi Superbonus: nella provincia di Venezia a rischio 40 imprese edili

Il presidente metropolitano dell’associazione degli artigiani  , Mauro Geretto, non va per il sottile e definisce il blocco delle cessioni dei crediti: «Una ghigliottina per imprese e lavoratori».

Prosegue chiedendo un passo indietro, altrimenti i rischi che potrebbero realizzarsi non sarebbero di poco conto:

«La categoria nelle ultime settimane chiedeva a gran voce all’esecutivo di sbloccare il mercato dei crediti, da tempo ingolfato e incapace di funzionare efficacemente, magari col ricorso alla cartolarizzazione», spiega. Domande inascoltate, che lasciano di stucco gli artigiani, i quali affidano al proprio rappresentante una riflessione: «La risposta è stata questo colpo durissimo, che aggrava i nostri problemi anziché risolverli».

La storia dei superbonus continua quindi ad essere una delle più travagliate che il Paese abbia riconosciuto, con una sequela di modifiche che hanno scombussolato più volte il mercato, fino al burrascoso epilogo che si sta verificando in questi giorni.

Il futuro dell’economia provinciale comincia ad essere preoccupante per diverse famiglie : «Dopo un provvedimento simile la situazione è da allarme rosso. Il mercato della riqualificazione del patrimonio immobiliare ha rappresentato il contributo più consistente alla ripresa nel biennio 2021-2022: questa novità ora rischia di paralizzare ogni aspettativa di crescita, con una drastica riduzione dell’attività per tutta la filiera, e di essere devastante per l’occupazione».

Il provvedimento proprio non va giù a Geretto che prosegue nella sua disamina facendo riferimento anche agli enti locali:

«E poi è davvero incredibile che ci si dimentichi delle imprese che hanno i crediti d’imposta bloccati che non riescono a cedere, e che addirittura si vieti agli enti locali di attivarsi a riguardo: da parte delle varie amministrazioni in questi mesi c’è stato un impegno lodevole per contribuire a far fronte ai crediti incagliati, e iniziative del genere andavano al contrario incoraggiate».

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Altra riflessione riguarda il patrimonio immobiliare e la sua evoluzione, in un periodo storico in cui l’energia e il gas subiscono impennate: «Questo decreto spezza bruscamente anche il percorso virtuoso che si era avviato verso l’obiettivo della riqualificazione energetica degli immobili e della messa in sicurezza del nostro patrimonio costruito».

L’auspicio di Geretto, e con lui di tutto il mondo dell’edilizia, è che ci sia un passo indietro, o almeno qualche ammortizzatore per una caduta libera che rischia di esplodere gravemente:

«Dopo una cancellazione operata in modo tanto traumatico ora sembra esserci qualche segnale di apertura dell’esecutivo. Tuttavia la situazione resta gravissima e non ha bisogno di palliativi: urgono risposte concrete in tempi brevi per i crediti bloccati, che non possono essere acquistati a prezzi stracciati approfittando del bisogno di liquidità delle imprese, e soluzioni efficaci e condivise che non facciano pagare un prezzo davvero spropositato al settore, ai cittadini e all’ambiente».

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@ilgazzettino

Scritto da: ester.cavallo

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