Food con insetti: nel 2030 produzione di 260mila tonnellate
Food con insetti: nel 2030 produzione di 260mila tonnellate .
I prodotti a base di insetti in Europa, entro il 2030, raggiungeranno 260 mila tonnellate per oltre 390 milioni di consumatori, mentre il mercato mondiale della carne in vitro ha già registrato investimenti da capogiro, pari a 1,3 miliardi. Sono alcune delle tendenze del novel food secondo un report di Nomisma elaborato per la IX Conferenza economica di Cia-Agricoltori Italiani.
È stata da poco “sdoganata” dalla Commissione Ue l’immissione sul mercato di farina di grillo; questo, secondo Nomisma, farà sì che nel giro di poco tempo si arrivi a un maggior impiego di insetti come ingredienti nei prodotti alimentari.
Da qui ai prossimi tre anni, si prevede un calo produttivo degli insetti interi di quasi il 15%, mentre saliranno in media anche del 5% le vendite di pane, sostituti della carne e nutraceutici, a base di polvere di insetti.
Il via libera della Food and Drug americana alla carne di pollo prodotta in laboratorio. Accende i riflettori anche in Europa in questo senso, con le aziende di riferimento a livello mondiale, tra laboratori e start up, passate da 13 a 117 dal 2016 al 2022 .
La produzione globale di carne in vitro che si prospetta al 2030 in aumento fino a 2,1 milioni di tonnellate.
«La carne sintetica – ha commentato il presidente di Cia, Cristiano Fini – va nella direzione opposta a quella che è la nostra idea di cibo, basata sulla valorizzazione delle nostre produzioni agricole e zootecniche, simbolo di alta qualità e identificative dei territori e delle tradizioni nazionali.
Inoltre, si tratta di una produzione artificiale che finisce per costare di più in termini di sostenibilità ambientale e non garantisce migliore salute e nutrizione per i cittadini. Al momento c’è il rischio concreto che l’agricoltura venga ridimensionata con ovvie conseguenze sulle aree interne con il progressivo abbandono dei territori».
Le richieste lanciate al Governo da Cia-Agricoltori Italiani vanno dalla legge sul giusto prezzo agricolo lungo la filiera al piano di insediamento abitativo nelle aree rurali. Quindi dalla sperimentazione in campo aperto delle nuove tecniche genomiche all’ora di educazione alimentare nelle scuole.
«Dopo anni di disinteresse, la politica si è finalmente accorta del ruolo strategico dell’agricoltura – ha detto Fini – ci è voluta una pandemia globale, una guerra e una crisi energetica per mettere tutti d’accordo sull’importanza del settore, che però ora merita interventi strutturali, risorse adeguate e tempi certi per fare davvero la differenza».
Riportare le “Agricolture al Centro”, come recita lo slogan della Conferenza – ha spiegato Fini – vuol dire unire le forze e fare presto e bene.
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