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Il futuro del Food & Beverage? Abbonarsi

todayNovembre 2, 2022 1

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Il futuro del Food & Beverage? Abbonarsi

Il futuro del Food & Beverage? Abbonarsi . È ormai consolidata in Italia l’abitudine di abbonarsi: dalla musica ai film e serie TV, dal delivery ai corsi online.

Continua a crescere il numero di contenuti, servizi ed anche di prodotti proposti in abbonamento, tanto che si inizia a parlare di “subscription fatigue”, lo stress che deriva dalla gestione di dozzine di abbonamenti in tutti i campi – non solo nel mondo consumer e per servizi digitali (software, piattaforme di intrattenimento, delivery), ma anche per beni durevoli (basti pensare al mondo delle auto o degli elettrodomestici). E le nuove frontiere dell’abbonamento hanno raggiunto anche il mondo del Food & Beverage, segnando di fatto un’ulteriore, interessante svolta, che apre a nuove opportunità per gli operatori di settore.

I modelli di business subscription apportano infatti numerosi benefici, a partire da un importante aspetto remunerativo: è stato creato un indice per misurare la crescita delle imprese con modelli di business in abbonamento e, su un decennio, se le vendite delle Fortune 500 – le 500 più grandi imprese listate ogni anno dalla rivista Fortune – hanno registrato una crescita del 130%, le imprese subscription hanno avuto una crescita delle vendite pari al 430%.

Ma restringendo il campo al mondo F&B, quali sono le modalità e gli ingredienti necessari per trasformare la propria attività di impresa in un abbonamento? Quali le potenzialità?

A queste domande hanno risposto oggi Università della Birra, innovativo hub di formazione professionale promosso da HEINEKEN Italia, e LIUC Business School attiva presso la LIUC – Università Cattaneo, punto di riferimento nazionale per la formazione universitaria in Economia Aziendale e Ingegneria Gestionale, nel quarto ed ultimo appuntamento in diretta streaming del progetto formativo condiviso “A tavola con… – Evoluzione del Food & Beverage in Italia”.

Intitolato “Diventare «subscription business». Perché i modelli di business in abbonamento sono il futuro della distribuzione di cibo e bevande?”, l’incontro è stato curato da Fernando Alberti, Professore Ordinario di Economia Aziendale alla LIUC – Università Cattaneo e docente LIUC Business School, che, ripercorrendo esempi e case study, ha guidato nella comprensione delle caratteristiche dei modelli di business in abbonamento, spiegando cosa fare e cosa evitare per distribuire con successo ai propri clienti, privati e industriali, cibi e bevande con questa formula.

Il futuro del Food & Beverage? Abbonarsi

La panoramica dei modelli di business in abbonamento parte dall’analisi dell’andamento in dieci anni (dal 2011 al 2020) delle imprese del manifatturiero italiano (circa 378.000 divise in 24 settori) e di quelle dei servizi (circa 113.000 divise in 19 settori) alla ricerca di quelle più competitive, ovvero quelle con un tasso di crescita superiore a quello dei loro pari di settore in termini di fatturato, redditività e numero dipendenti anno su anno per l’intero decennio.

Per ciascuno dei 43 settori sono state selezionate due aziende top performer e sono state condotte interviste ai CEO al fine di indagare le scelte strategiche alla base dei loro straordinari risultati e di quella che – su un decennio – si potrebbe senz’altro definire “resilienza”. Dall’analisi incrociata sono emerse sei traiettorie strategiche comuni a tutte le imprese studiate, che spiegano come le imprese più competitive siano state in grado di disegnare modelli di business #futureready, ovvero a prova di futuro. E una di queste traiettorie è proprio “From Asset to Subscription” (Dai beni all’abbonamento).

Ma come siamo arrivati a questo fenomeno?

Molti sono i driver, primo tra tutti il venir meno del concetto di “Proprietà”: abbiamo sostituito alla proprietà degli asset la loro fruizione e questo è stato possibile sicuramente grazie all’avvento delle tecnologie digitali, ai pagamenti online, alla possibilità di disintermediazione fino all’utilizzatore finale.

Ed ecco che il modello subscription oggi non è presente solo nella fruizione di contenuti digitali in streaming (musica, video, libri e videogiochi), ma è ormai la norma in tutti i consumable goods (dalle cartucce per la stampante, al caffè, dai detersivi alla spesa alimentare). Alcune aziende hanno sfruttato il modello subscription per svilupparsi in ambiti specifici.

È il caso delle box enograstonomiche: dalla frutta e verdura bio, alle specialità di un territorio, da birra, vino e gin alle ricette già porzionate con tutti gli ingredienti e le istruzioni per realizzarle. Sono cresciute anche le gift box in abbonamento, dalle calze ai fiori passando per i marshmellow.

Vi sono poi soluzioni in abbonamento in tutto il mondo delle auto e dei veicoli più in generale, compresi quelli commerciali, nell’elettronica – con possibilità di sostituire completamente il device in caso di problemi o rotture – e nella moda – con servizi di abbonamento al guardaroba stagionale, nell’abbigliamento sportivo o nei giocattoli per bambini, in ragione al crescere dell’età. Sempre di più oggi si assiste anche allo sviluppo di modelli in abbonamento nel campo della salute e della sanità, da app di supporto terapeutico per il wellness, la mindfulness o la salute mentale, a servizi medici completi in cliniche on e off line.

Un ambito molto ampio si è creato attorno alle macchine e ai servizi di fitness domestico connessi e integrati con fruizione di trainer in abbonamento e possibilità di esercitarsi insieme alla propria community. In abbonamento vanno anche il settore dell’education e quello della consulenza: dai corsi di formazione più tradizionali alla acquisizione di badge formativi, dal mentoring ai servizi di affiancamento consulenziale. I modelli subscription diventano anche la modalità più diffusa di fruizione di servizi aziendali, da quelli di marketing e e-commerce a quelli di contabilità o gestione del magazzino.

Da ultimo, il modello subscription si sta sviluppando anche molto a monte e molto a valle nelle filiere: dall’abbonamento ad impianti, macchinari pesanti e attrezzature industriali a quello nei punti vendita, dove abbonarsi alla propria colazione preferita o al solito tavolo.

Moltissimi sono infatti i benefici di un modello di business in abbonamento sia per chi lo offre sia per chi lo fruisce: la connessione diretta e costante con gli utilizzatori finali, saltando tutte le fasi intermedie, consente di instaurare con il cliente “una promessa per sempre”, legandolo a doppio filo non solo sul fronte dei flussi continui e costanti di pagamento, ma anche in termini di monitoraggio dell’uso che di quel prodotto o servizio ne fa l’abbonato.

Ciò genera indubbiamente un flusso di dati comportamentali di grande valore, che consentono di adeguare costantemente prodotti e servizi, personalizzare all’estremo l’esperienza di fruizione, fondere il customer service con la ricerca e sviluppo in un incessante flusso di dati e di innovazioni di prodotto e servizio. Non solo.

La scomparsa della proprietà per l’utilizzatore finale produce un cambio radicale nel concetto di “total cost of ownership” e promuove una crescente aspettativa verso l’all inclusive, mentre la logica delle cosiddette “capex” (capital expenditure) passa a quella delle “opex” (operating expenditure). Inoltre, la relazione diretta con gli utenti finali permette ai provider di prodotti e servizi in abbonamento di contare su una base più stabile e fedele di clienti, che ovviamente ha indubbi benefici in termini di flussi di entrate prevedibili e quindi di valutazione dell’azienda stessa.

Perché tutto va in abbonamento?

Innanzitutto, la vera domanda è: perché no? Come affermano i teorici del modello subscription, a parte alcuni mercati captive o l’esistenza di monopoli derivanti dalla localizzazione geografica, da una concessione governativa o da un brevetto, non vi è ragione per non trasformare il proprio modello di business in un modello di business in abbonamento – spiega il prof. Fernando Alberti.

Il webinar è stato occasione per offrire una panoramica della varietà di settori che hanno abbracciato il modello di business in abbonamento, attraverso casi ed esempi utili a capire come traghettare la propria impresa verso un modello di business subscription e a ispirare nuove strategie.

Da un lato, mettendo in fila i principali driver da presidiare e guardando alle forme già codificate – dal Pay-per-use allo Sharing, dal Renting al Performance-based, dal cosiddetto “As a service” al Pre-approved, dai programmi VIP a quelli Unlimited, dai modelli Surprise o Discovery a quelli di Loyalty -, dall’altro, scoprendo che anche modelli in abbonamento conosciuti, come il Front-of-the line (il servizio di priority tipicamente applicato agli imbarchi aerei, ad Atlanta è diventato un abbonamento ad una corsia autostradale dedicata, con meno traffico) o gli All-you-can-eat, possono essere applicati ad una libreria o a contenuti digitali e non solo a cibo di dubbia qualità!».

«Dal turismo gastronomico dopo la pandemia alle imprese familiari, dai nuovi modelli di consumo ai subscription business, in questa seconda edizione di “A tavola con… – Evoluzione del Food & Beverage in Italia” abbiamo scattato una dettagliata fotografia dello scenario che gli operatori del settore si trovano quotidianamente a gestire, approfondendo tendenze emergenti, delineando prospettive future sulla base degli eventi degli ultimi mesi, ma anche e soprattutto offrendo strumenti operativi di analisi e azione, di gestione e problem solving.

Ogni business necessita di strumenti idonei per muoversi tra i numerosi cambiamenti e cogliere le opportunità dei nostri tempi: per questo il progetto formativo si è sempre contraddistinto per un approccio pragmatico e concreto, con i contributi dei nostri esperti e della LIUC Business School e con casistiche e applicazioni concrete, che saranno indispensabili nella gestione e nell’evoluzione del proprio business» ha dichiarato Massimo Furlan, Direttore dell’Università della Birra.

UNIVERSITÀ DELLA BIRRA™.

L’Università della Birra™ è un progetto promosso da HEINEKEN Italia. Costituita a fine 2017, si pone l’ambizioso obiettivo di generare cultura, implementare valore e creare nuove opportunità di business per la filiera di riferimento attraverso la divulgazione di know-how e la costruzione di solide competenze professionali.

La formazione, rivolta ai professionisti attivi nel canale Ho.Re.Ca. e nella distribuzione moderna e ai dipendenti dell’azienda, mette a sistema il patrimonio di conoscenze accumulato da HEINEKEN Italia nel corso della sua storia e ulteriori preziose expertise derivanti dalla sinergia con quattro parti. Cultura Birraria, Competenze Commerciali, Competenze Manageriali e Trasformazione Digitale: questi i 4 pillars su cui ruota l’offerta formativa attraverso un percorso di apprendimento teorico e pratico, proposto con codici e linguaggi innovativi e costantemente aggiornato nei contenuti, nelle tecnologie e nelle modalità di fruizione (in aula e online).

Il corpo docenti comprende sia professionisti di HEINEKEN Italia sia esperti coinvolti nel progetto in qualità di visiting professor.

Università della Birra™ è un servizio di formazione a cura di HEINEKEN Italia S.p.A. che non rilascia titoli o attestati avente valore legale. Per ulteriori informazioni:  Università della birra

@impresenews

Scritto da: ester.cavallo

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