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Chiara Ferragni ha deciso di prendere provvedimenti legali contro Fabrizio Corona, chiedendo una cifra che per noi comuni mortali corrisponde al bilancio di un’intera città di provincia. E nel frattempo, il pubblico si divide tra chi pensa che abbia ragione e chi ormai vede in ogni sua mossa un’occasione per monetizzare anche l’aria che respira.
E qui sorge il dubbio: quanto costa il silenzio? O meglio, quanto vale la verità? Perché in un mondo in cui tutti parlano, chi guadagna davvero sono gli avvocati. Corona di certo non è un principiante del “gioco della provocazione”, e Ferragni ormai è la regina del “damage control”. E noi? Siamo il pubblico pagante di questa soap opera social-giudiziaria.
Ma riflettiamoci un attimo: in un paese dove il salario minimo è ancora in discussione e molti faticano ad arrivare a fine mese, questa storia suona un po’ come una battaglia tra divinità dell’Olimpo per stabilire chi ha il trono più dorato. Sarà pure legittima, sarà pure giusta, ma per chi vive di stipendio e non di visualizzazioni, il tutto sembra un episodio di un reality che ci ricorda quanto la distanza tra VIP e gente comune sia ormai un canyon.
La vera domanda è: il prezzo di una querela è direttamente proporzionale al patrimonio di chi la fa? Perché se così fosse, la mia prossima diffida per il vicino che tiene la TV a volume massimo potrebbe valere giusto una cena all’All You Can Eat.
E così, mentre la giustizia farà il suo corso (o i titoli dei giornali il loro), la Ferragni vuole solo “vivere la sua vita”. Lo capiamo, in fondo anche noi vorremmo solo viverci la nostra… senza doverci preoccupare di denunce da un milione di euro.
E tu? Quante querele ti puoi permettere oggi?
Commento a cura di Ester Cavallo
esperta di comunicazione da oltre 10 anni. Con “Punti di (S)vista” offre uno sguardo sull’attualità, andando oltre la superficie e cercando di portare prospettive personali su temi di interesse globale.
Scritto da: ester.cavallo
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