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L’orsa Jj4 : quale sarà il suo destino? Tra venti giorni sarà deciso il destino dell’animale che ha aggredito Andrea Papi. Gli esperti: “Se i cuccioli hanno due anni ce la possono fare, sono autosufficienti”. Intanto il caso arriva in parlamento: cosa succederà e perché è difficile fare paragoni tra la situazione in Trentino e quella di altre regioni
L’orsa Jj4 attende il suo destino. Lo decideranno i giudici della sezione unica del Tribunale Amministrativo di Trento nell’udienza prevista il mese prossimo, l’11 maggio. Gli esami genetici la indicano senza dubbio alcuno come responsabile dell’aggressione mortale ad Andrea Papi lo scorso 5 aprile nei boschi sopra il paese di Caldes, a pochissima distanza da casa sua.
L’orsa è stata catturata alle ore 23 di lunedì non distante da dove aveva incontrato il 26enne appassionato di corsa in montagna. Si attende la decisione del Tar sulla sospensione dell’ordinanza di abbattimento: respinta l’istanza per anticipare la decisione a domani, 20 aprile. Se il tribunale dovesse dare il via libera a procedere all’uccisione dell’animale, lo strumento individuato sarebbe l’eutanasia, metodo meno cruento rispetto agli spari.
Al momento della cattura, ovvero da quando è entrata nella trappola a tubo attira dall’aroma della frutta, erano presenti anche i suoi tre ‘cuccioloni’ di 35-40 chilogrammi di peso che, secondo i forestali trentini, sono autosufficienti. “Ricostruendo la loro età rispetto agli avvistamenti, i figli di Jj4 dovrebbero essere nati a gennaio o febbraio 2022. Direi che adesso erano in procinto di abbandonare la madre e diventare solitari. Di sicuro hanno ottime chance di sopravvivenza”. A dirlo, a Repubblica, è lo zoologo esperto di orsi Filippo Zibordi. Alla domanda se la presenza dei cuccioli possa aver influito sul suo comportamento, risponde: “In generale l’istinto di protezione diminuisce con l’aumentare dell’età dei piccoli. Un’orsa con cuccioli di appena 4 mesi fa di tutto per difenderli, se invece sono in grado di scappare, perché più grandi, può valutare che possano correre con lei”.
Sui giovani orsi si esprime, sul Corriere della Sera, anche Maurizio Casiraghi, professore di Zoologia all’Università di Milano Bicocca: “Secondo le informazioni fornite, i piccoli sono di circa due anni di età e di 35-40 chili di peso. Ci sono precedenti in cui cuccioli simili a questi sono sopravvissuti. Di solito i piccoli stanno con la madre fino a quattro anni. Però succede che in natura perdano la madre anche prima di allontanarsi da lei. Se hanno effettivamente due anni ce la possono fare, anche se per loro non è la situazione ideale. Sicuramente Jj4 era spaventata proprio per la presenza dei piccoli”.
“Gli orsi quando sentono l’uomo scappano, non siamo le loro prede. Sono favorevole alla rimozione dal territorio ma non all’abbattimento” dice alla Stampa il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone. Il fatto che con l’orsa ci fossero i cuccioli può aver influito sulla sua aggressività, sostiene: “Se fossero nati quest’anno è chiaro che l’orsa non andrebbe rimossa perché i piccoli non avrebbero un futuro. Ma con cuccioli di due anni, come questi di Jj4, è un altro tipo di operazione: tra qualche mese avrebbero comunque lasciato la madre”.
Jj4 aveva solo difeso i suoi cuccioli, in sintesi? No, secondo gli esperti. I cuccioli erano e sono grandi e pienamente capaci di fuggire via con la madre, e capaci di farlo più velocemente di qualsiasi essere umano. Andrea Papi era su una strada di montagna, non camminava tra rocce e cespugli. “Interessante – scrive lo zoologo Nicola Bressi su Twitter – il comportamento di JJ4 che ha distrutto alcune fotocamere posizionate per trovarla, così come i relativi cartelli. Dimostrando così una sua strana, rinforzata e individuale aggressività per ciò che odora di umano. Speriamo non lo abbia tramandato ai figli”, conclude.
Il presidente della provincia Maurizio Fugatti, dopo la denuncia del Partito Animalista Europeo dello scorso 15 aprile, è stato querelato dal’Aidaa, l’associazione italiana difesa animali e ambiente, che lo accusa di maltrattamento di animali e istigazione a delinquere: “Fugatti – sostengono gli animalisti – è responsabile di aver ordinato la cattura di una madre orsa nonostante la stessa stia ancora accudendo i suoi tre cuccioli, mettendo a rischio la vita stessa dei cuccioli, il cui svezzamento è in corso. Ma soprattutto è responsabile dell’abbandono dei due cuccioli che erano nella trappola con mamma e che per scelta specifica sono stati allontanati volontariamente dalla madre al solo scopo di rendere più facile l’eventuale esecuzione dell’orsa Jj4”. Se ne parlerà ancora a lungo prima dell’11 maggio.
“Gli organi competenti esaminino con rigore ogni ipotesi alternativa all`abbattimento di JJ4, che appare da tutti i punti di vista non necessario”. Lo chiede in una nota l’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, presieduto da Michela Vittoria Brambilla. Intanto venti deputati aderenti all’intergruppo hanno presentato un’interpellanza urgente al ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin per sapere, nel dettaglio, quali iniziative “sono state prese o saranno prese” per garantire la prosecuzione del progetto di reintroduzione dell’orso nell’arco alpino, e, nel caso si voglia procedere al trasferimento di una parte della popolazione degli orsi, “quanti esemplari si intendano trasferire, con quali destinazioni e quale tempistica” “Non ha senso – scrivono i parlamentari – uccidere un’orsa che difendeva i suoi piccoli e che ora non rappresenta più un pericolo. Anche il decreto del Tar invita a considerare attentamente le alternative all’abbattimento, che esistono”.
“Prima tra tutte – continuano – il trasferimento in un rifugio faunistico. L’obiettivo della “rimozione” è stato ottenuto: l’abbattimento sarebbe un’assurda vendetta, concetto peraltro inapplicabile agli animali, o un esempio particolarmente infelice di strumentalizzazione politica per coprire errori del passato e del presente. Ammazzare gli orsi non serve: né JJ4, né MJ5, né M62, né qualsiasi altro. Bisogna garantire la convivenza con gli orsi in piena sicurezza per uomini e animali”.
L’argomento “orsi del Trentino” sarà dunque trattato in parlamento da un esponente del governo, per la prima volta dopo la morte del giovane Andrea. Trovare l’equilibrio tra chi vuole veder “sparire gli orsi” dal Trentino e i gruppi animalisti che ritengono non debba essere fatto pressoché nulla di diverso rispetto a quanto fatto finora non sarà semplice. Difficile anche fare paragoni con altre regioni. In Abruzzo ci sono 40 esemplari di orso marsicano in un territorio di 3.000 chilometri quadrati, non molto boschivo, con 9 paesi. In Trentino ci sono 130 orsi (almeno, forse sono di più) in un area di circa 1.500 chilometri quadrati con una trentina centri abitati.
Scritto da: ester.cavallo
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