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Maria è il terzo biopic femminile di Pablo Larraín, successivo a Spencer (2021) e a Jackie (2016), che vedono come protagoniste, rispettivamente, Kristen Stewart nei panni di Lady Diana e Natalie Portman nel ruolo della first lady Jackie Kennedy. Sebbene siano tre film che parlano di tre donne uguali e diverse tra di loro, è possibile ritrovare un filo conduttore, che non sia solo il fatto che sono state le più grandi icone del XX secolo. Infatti, queste tre donne, diverse per nome, per origine e per storia personale, arrivano comunque a toccare il pubblico con la loro vulnerabilità e la loro forza di spirito. Caratteristica che il regista riesce, con garbo e romanticismo, a portare sul grande schermo e a trasmetterle allo spettatore, rendendo giustizia alle protagoniste.
Maria è ambientato nel 1977, durante l’ultima settimana di vita della Callas, una settimana estremamente turbolenta e malinconica. In seguito al suo ritiro dalle scene a causa di un apparente perdita della voce, Maria Callas vive nel suo appartamento di Parigi assieme ai suoi domestici, Ferruccio, interpretato da Pierfrancesco Favino, e Bruna, interpretata da Alba Rohrwacher. La Diva combatte contro una forma di depressione, che la spinge e a prendere una quantità importante di pasticche, creandole quindi una sorta di dipendenza da quest’ultime. Attraverso flashback mischiati con la realtà, che fanno domandare se siano frutto di un’allucinazione derivata dalle medicine, lo spettatore può ripercorrere la storia della Callas, veicolata da un giovane giornalista che, attraverso la sua “ultima intervista” aiuta a mettere ordine in quel turbinio di sfarzo e solitudine che è stata la vita della Diva.
Il film non vuole solo ripercorrere la vita della Callas, ma vuole anche far soffermare lo spettatore su quanto possa celarsi e nascondersi dietro la facciata di bellezza e perfezione che poteva indossare un personaggio come quello della Diva. La sua infanzia travagliata, caratterizzata dalla guerra e dai suoi orrori, hanno sempre guidato le azioni di questa donna nel tentativo di eliminare per sempre traumi che l’hanno resa sì fragile, ma estremamente determinata. La sua ricerca di libertà e della sua autoaffermazione l’hanno resa, agli occhi di molti uomini, una diva saccente e un oggetto di desiderio. Lo stesso rapporto che lei ha con Aristotele Onassis è esemplare di quanto la libertà di una donna possa essere seducente e allo stesso tempo un qualcosa da limitare.
Onassis, interpretato da Haluk Bilginer, è stata una figura decisiva all’interno della vita della Callas. Lei venne attratta da lui in quanto uomo maturo, che sapeva cosa voleva e che, come affermò lui stesso, non si faceva problemi a rubare ciò che era di suo desiderio. Lui si definisce un uomo brutto ma ricco, in grado di soddisfare ogni piccolo capriccio e che fa del suo aspetto un elemento di poco conto se paragonato alla sua caparbietà e all’altezza del portafogli. La storia con
Onassis, sebbene all’inizio sembri idilliaca, ci viene mostrata più avanti come una piccola gabbia d’oro, all’interno della quale Maria viene incastrata, impedendole di fare ciò per cui è nata: cantare. Questo sarà motivo di forte risentimento, che la spingeranno ad allontanarsi da un uomo che, sebbene lo ami, non le permette di essere Maria Callas.
Angelina Jolie porta sul grande schermo l’incarnazione della Callas, regalandoci un’interpretazione a 360 gradi. Non solo si è preparata al ruolo imparando sia a cantare che l’italiano (per avere una maggior resa scenica) ma ha regalato allo spettatore il dolore di una donna che non conoscevano, che non avrebbero mai potuto conoscere, ma che ora fa parte di loro. Osservarla interpretare la Diva è stata un’esperienza extracorporea, è riuscita a reincarnare le fragilità di un’altra donna che venivano scoperte solo quando cantava, donando a chi aveva il privilegio di ascoltarla un’esperienza unica, irripetibile al secondo spettacolo. Allo stesso tempo, quando non era sul palcoscenico, ostentava una maschera di forte distacco che le permettevano di non farsi conoscere. Tutto questo Angelina Jolie lo ha reso tangibile e veritiero, regalandoci una delle sue migliori interpretazioni.
Scritto da: Marta Cervellino
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