Palazzo Ducale di Genova: appuntamento tête-à-tête con Van Gogh
Palazzo Ducale di Genova: appuntamento tête-à-tête con Van Gogh. 5 minuti con un ipnotico van Gogh. Misure di sicurezza eccezionali per mostra della tela olandese.
Palazzo Ducale di Genova torna a giocare la carta dell’emozione.
Già l’aveva fatto durante la pandemia e i tempi terribili del lockdown, quando la direttrice Serena Bertolucci e l’allora presidente della Fondazione per la cultura di Palazzo Ducale, Luca Bizzarri, trasformarono il distanziamento, in un incontro ‘immersivo’ con l’opera più iconica di Monet, una delle ‘Ninfee’ prestate per l’occasione dal museo Marmottan di Parigi.
Il visitatore poteva rimanere da solo 5 minuti a tu per tu con l’opera. Un esperimento che fece scintille.
tête-à-tête con Van Gogh
Adesso, alle soglie del 2023, Palazzo Ducale ripete l’esperimento: stavolta il quadro scelto è “Paesaggio con covoni e luna nascente” di VanGogh che sarà collocato nella Cappella del Doge e potrà essere ammirato per cinque minuti da una persona alla volta.
Certo, la sicurezza sarà serrata, visti gli ultimi episodi di blitz di attivisti che hanno coinvolto anche ‘Il seminatore’ dell’artista olandese, esposto a Roma a palazzo Bonaparte: sorveglianza puntuale esterna e interna h 24 e tela collocata in una teca.
Nessuno potrà nemmeno tentare di arrecare danno a una delle opere più complesse di Vincent van Gogh.
Questa specifica opera, prestata per l’occasione dal Koeller-Muller Museum The Nederlands di Otterlo che ha chiesto e ottenuto speciali misure di sorveglianza, è stata realizzata poco prima della morte dell’artista, quando era ricoverato all’ospedale psichiatrico di Saint Rémy dove veniva curato per l’epilessia.
Uno dei periodi più terribili e più feritili per Van Gogh che dipinse, guardando dalla finestra della sua stanza, il Paesaggio con covoni e luna nascente.
Come tutte le opere del grande olandese, anche questo olio su tela, datato 1889, consente a chi lo ammira di comprendere lo stato d’animo così complesso, altalenante, deformato di van Gogh.
Scriveva Mirabeau: “Non si era immedesimato nella natura, aveva immedesimato in se stesso la natura, l’aveva obbligata a piegarsi, a modellarsi secondo le forme del proprio pensiero, a seguirlo nelle sue impennate, addirittura a seguire le sue deformazioni”.
Ed eccolo qui il van Gogh del ‘Paesaggio con i covoni’ dove una luna rotante svela il sole e dialoga con il grano, dove il cielo non ha più la potenza vibrante e alla fine commovente della ‘Notte stellata’, ma è singhiozzo di animo torturato, movimento allucinato e ripetuto, motore ipnotico.
Non stelle ma pensieri, ossessioni, fantasmi in progredire ossessivo.
Così, chi avrà la fortuna di immergersi nel quadro grazie a ‘Cinque minuti con van Gogh’ (Palazzo Ducale di Genova, cappella del Doge aprile-luglio 2023), potrà uscire e dire che sì, l’ha capito, che l’ha ‘sentito’. Che ne ha avvertito quella ultima, disperante emozione.
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