News oggi

G20: Meloni – Biden a colloquio tra crisi climatica e crisi energetica

todayNovembre 16, 2022

Sfondo
share close

G20: Meloni – Biden a colloquio tra crisi climatica e crisi energetica

G20: Meloni – Biden a colloquio tra crisi climatica e crisi energetica. Molte delle energie della diplomazia italiana sono state spese in queste ore per preparare il bilaterale con Biden.

Risposta comune all’uso dell’energia come “arma” da parte della Russia e alla sfida globale posta dalla Cina. A Bali per il suo primo G20 da presidente del Consiglio – e da unica donna premier al vertice – la leader è impegnata in 12 ore di incontri, a cominciare dai Presidenti delle due super potenze globali.

Giorgia Meloni – Biden al G20

Prima Joe Biden in un bilaterale durato circa un’ora “per coordinare le risposte a una serie di sfide globali, tra le quali la crisi climatica e l’uso dell’energia come arma da parte della Russia”.

I due leader hanno anche discusso del loro impegno a “continuare a fornire all’Ucraina il sostegno necessario per difendersi e a ritenere la Russia responsabile della sua aggressione”, come riferisce la Casa Bianca.

Dall’altra parte la nota di palazzo Chigi fa sapere che il colloquio “si è incentrato sulla solidità dell’alleanza transatlantica e sull’eccellente cooperazione per fare fronte alle sfide globali, dalla crescita economica alla sicurezza comune” ribadendo “i profondi e duraturi legami tra le nostre Nazioni e il forte interesse a rafforzare ulteriormente il partenariato nei numerosi settori di interesse reciproco”.

Fosse per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari – presente all’incontro e che consiglia da sempre Giorgia Meloni – l’Italia dovrebbe candidarsi a diventare l’avamposto atlantico dell’Europa occidentale, la Polonia del quadrante Ovest del Continente.

E così la leader prova ad avvicinare questo obiettivo politico e strategico, cercando però almeno di salvare la forma.

Prima di Biden, la presidente del Consiglio ha incontrato Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. Poi quello turco, Recep Tayyip Erdogan: entrambi “hanno posto l’accento sulla necessità di lavorare insieme per contrastare la migrazione irregolare e favorire la risoluzione della crisi libica”, spiega ancora Chigi.

Con il capo del Dragone, Xi Jinping, il colloquio invece sarà domani, più breve di quello programmato con il Presidente americano, ma certo non meno delicato. E in questo equilibrio si gioca una fetta rilevante del futuro di Meloni.

Roma è consapevole che la Casa Bianca insiste sulla necessità di mettere tra parentesi la via della Seta, già congelata negli ultimi anni dopo l’euforia dell’era gialloverde di Giuseppe Conte. Washington chiede di spostare interessi e sensibilità commerciali sul fianco atlantico, a scapito di quello orientale.

Giorgia Meloni al G20

Biden considera questa prospettiva parte del suo progetto di competizione con Pechino. Meloni potrebbe accettare, perché ha bisogno della copertura politica dell’amministrazione americana, anche per bilanciare lo scetticismo europeo verso la destra di governo in Italia.

Ma affianca a questa adesione una richiesta: un aumento del flusso di gas liquido americano, a prezzi “scontati” rispetto al mercato. Come tagliare il costo di queste importazioni, e con quale costo politico, rappresenta lo spazio di trattativa.

La prospettiva, tra l’altro, è la stessa a cui ha lavorato a lungo anche Mario Draghi, quando sedeva a Palazzo Chigi.

A Xi, però, la premier vuole garantire comunque un impegno di massima per favorire e incrementare alcuni canali commerciali, sia pure non nella forma organica prevista dalla via della Seta.

È un interesse reciproco. Per Roma – che comunque vende ogni anno circa 18 miliardi di prodotti verso la Cina, soprattutto nel settore manifatturiero e meccanico – è uno scenario necessario per riequilibrare una bilancia commerciale che ad oggi pende dalla parte delle esportazioni cinesi. Osservata dal punto di vista di Pechino, rappresenta una strada da percorrere, in modo da mantenere una presa sul mercato europeo.

È un equilibrio complicato, si diceva. Da costruire senza indispettire i due colossi. Mette alla prova la capacità di mediazione di Meloni. Con una consapevolezza, però, che si impone di fronte a un eventuale bivio: la presidente del Consiglio fa comunque pendere la bilancia verso Washington. Senza Biden, la partita di governo ha il respiro corto.

Non solo per l’assenza di sponde significative da Bruxelles, ma anche per lo scarso grado di atlantismo dei suoi alleati e, in particolare, di Matteo Salvini. È il fianco scoperto della premier. La circostanza che la spingerà a concedere quanto più possibile a Biden.

fondo nuove competenze
fondo nuove competenze

@repubblica

Scritto da: ester.cavallo

Rate it

Commenti post (0)

Lascia un commento


0%
X