Le modifiche apportate al Codice appalti si sono rese necessarie per semplificarne il testo, nella speranza di giungere più rapidamente alla sua approvazione e rispettare il piano del Pnrr. La riforma, inoltre, servirebbe anche a facilitare le procedure, così da realizzare in tempi più brevi le opere pubbliche e aiutare le piccole e le medie imprese.
Nel dettaglio, sono stati apportati i seguenti cambiamenti:
- Eliminazione dei vincoli sui subappalti.
- Ritorno dell’appalto integrato, quindi nessun ostacolo all’affidamento della progettazione e dell’esecuzione allo stesso soggetto.
- Gli appaltanti, inclusi i piccoli comuni privi delle competenze idonee, possono affidare in autonomia i lavori sotto 500.000 euro.
- Le stazioni appaltanti possono acquisire autonomamente forniture e servizi entro la soglia per gli affidamenti diretti, che passa da 40.000 euro a 140.000 euro.
- Eliminazione della disposizione per cui le stazioni devono disporre di misure per il contrasto alle frodi e alla corruzione.
- In caso di conflitto deve essere avvisata la stazione appaltante, ma l’onere della prova ricade sul soggetto che percepisce una minaccia all’imparzialità.
- L’effettiva minaccia all’imparzialità deve essere provata attraverso la lesione di reali interessi.
- Abolizione dell’elenco delle società in house gestito dall’Anac.
- Bandi di gara, avvisi e inviti devono contenere le clausole sociali per garantire la stabilità occupazionale e l’applicazione dei contratti collettivi, oltre ad assicurare ai lavoratori in subappalto le stesse tutele economiche dei dipendenti.
- Digitalizzazione della documentazione.
- Programmazione di infrastrutture prioritarie nel Def, nell’interesse archeologico e del miglioramento dei servizi.
- Reintroduzione del general contractor per ottimizzare i processi di costruzione.
- Introduzione del subappalto a cascata.
- Obbligo di inserire clausole di revisione prezzi se la variazione del costo supera il 5%, riconoscendo all’impresa l’80% del costo maggiore.
I problemi del nuovo Codice appalti
Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, ha richiesto che l’applicazione del Pnrr avvenga nel rispetto della trasparenza e della chiarezza. Per questo motivo Busia ha sollecitato la cancellazione di alcuni punti critici del decreto.
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