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Consiglio Europeo: nove misure per contenere i prezzi delle bollette

todayOttobre 23, 2022 2

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Consiglio Europeo: nove misure per contenere i prezzi delle bollette

Consiglio Europeo: nove misure per contenere i prezzi delle bollette. Il Consiglio europeo ha confermato il principio di un “tetto dinamico” al prezzo del gas per evitare speculazioni. Via agli acquisti comuni per gli stoccaggi, nel mirino una riforma del mercato Ttf. Ci vorrà qualche tempo, ma le bollette scenderanno.

I capi di Stato hanno approvato quello che si potrebbe definire il primo passo verso un sistema energetico comune. La Ue ha rischiato di spaccarsi, ma ancora una volta è riuscita a superare le divisioni, pur con qualche compromesso.

Alcune misure avranno bisogno ancora di qualche tempo per incidere nella vita di tutti i giorni, altre invece avranno ricadute a breve. Già il fatto che i Paesi Ue abbiano raggiunto un accordo complessivo ha avuto come conseguenza il crollo del prezzo del gas al Ttf, l’indice di riferimento sui mercati europei, calato ieri del 9%. Il motivo? L’Europa ha fatto capire che farà di tutto per difendere i suoi consumi e la sua economia dalla recessione, una “forza” con cui anche gli investitori devono fare i conti. Ma veniamo alle principali misure e alle ricadute che avranno nella vita di tutti i giorni. Con un piccolo grande merito per l’Italia, visto che molte delle misure sono state proposte dal nostro paese.

Gli acquisti comuni per gli stoccaggi

Partiamo proprio da una proposta italiana: gli acquisti comuni di gas naturale. Saranno “volontari” e destinati al riempimento degli stoccaggi. Chi aderisce dovrà acquistare con questa formula fino al 15% di gas per le sue riserve. L’obiettivo è quello di mettere insieme una forza commerciale tale da strappare consistenti sconti ai fornitori. La ricaduta concreta sarà quella di pagare di meno e tenere così più bassi i prezzi. Nei mesi estivi, ogni paese ha fatto da sé per arrivare al 90% di riempimento degli stoccaggi come previsto da Bruxelles, con la conseguenza di portare i prezzi fino al massino storico di 344 euro al megawattora (ieri le contrattazioni hanno chiuso a 112 euro).

Il tetto “dinamico” al prezzo del gas

E’ stato il premier Mario Draghi il primo a sostenere la necessità di introdurre un tetto. Di fronte all’opposizione della Germania che temeva (e teme tutt’ora) che un limite di prezzo avrebbe fatto dirottare le esportazioni via nave altrove, si è arrivati a una proposta più articolata, il price cap dinamico. Come funziona? Non c’è più un limite massimo, ma una forbice di prezzo in cui può oscillare, che ha un valore centrale di riferimento. In pratica, si fissa un indice e le oscillazioni massime al rialzo e al ribasso. In pratica si vogliono evitare i picchi di prezzo più alto, per evitare le speculazioni.

La riforma del mercato del Ttf

Si tratta dell’indice – gestito ad Amsterdam – che negli ultimi anni ha fatto da riferimento agli scambi in tutta Europa: per dire, le forniture russe sono “indicizzate” al Ttf. Secondo la Ue, non riflette al meglio le condizioni di mercato ma è troppo condizionato dagli investitori finanziari, oltre ad avere scambi troppo limitati. Il nuovo indice terrà conto dei prezzi sui mercati internazionali, sia quello che viene trasportato nei gasdotti del Gnl (gas naturale liquefatto) che viaggia via nave. Lo scopo è quello di limitare il più possibile la componente finanziaria. E quindi i costi finali.

Piano di risparmi e fondi Ue

Un’altra misura conferma l’impegno per tagli ai consumi, nell’ordine del 15%, nel caso di necessità. Per esempio, un inverno particolarmente freddo a fronte del taglio completo delle forniture russe, come minaccia il Cremlino se verrà introdotto un tetto al prezzo del gas. Inoltre si potranno dirottare fondi di coesione 2014-2020 non ancora utilizzati, fino a 40 miliardi, come aiuti per la crisi energetica e il caro bollette.

Permessi più veloci per le rinnovabili

La Ue vuole “l’accelerazione delle semplificazioni delle procedure di autorizzazione per velocizzare l’introduzione di rinnovabili, anche con misure di emergenza”. In pratica, si cercherà di rendere più rapido il via libera alle autorizzazioni, per diminuire i consumi di gas in favore delle energie verdi.

Misure di solidarietà tra stati

In caso di scarsità di forniture nei confronti dei Paesi membri dovranno scattare procedure di solidarietà, anche in assenza di accordi bilaterali, con la cessione di partite di gas naturale a chi si trovasse in difficoltà. E’ questo il punto che meglio spiga fra tutti perché possiamo affermare che siamo di fonte alla nascita di una politica energetica comune.

Credits:larepubblica

 

Scritto da: ester.cavallo

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