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Madalina Pavlov: 10 anni senza un colpevole

todayNovembre 18, 2022 8

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Madalina Pavlov: 10 anni senza un colpevole

Madalina Pavlov: 10 anni senza un colpevole. Coi capelli inzuppati nel sangue un corpo esanime, in mezzo alla strada. Questa la scena macabra che si presentava agli occhi dei passanti il 21 settembre 2012 in via Bruno Buozzi a Reggio Calabria.

A terra c’era Madalina Pavlov, ragazza ventunenne romena, da anni residente nella città dello Stretto. “Suicidio”. Questa la prima bugia quando poco dopo sul posto arrivarono forze dell’ordine e mezzi di primo soccorso. “Si è lanciata dal palazzo”.

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    Madalina Pavlov: 10 anni senza un colpevole Ester Cavallo

In una intervista alla sorella maggiore di Madalina, Elena Sabadac vengono fatte domande ben precise

Secondo Lei, cosa è stato fatto dagli inquirenti e cosa è stato omesso i primi tempi delle indagini?

Elena Sabadac: “I primi tempi delle indagini è stato fatto poco o niente secondo me: sono mancati i RIS sul posto dove mia sorella ha trovato la fine, i carabinieri hanno fatto tutto loro dalle prime foto fino ad arrivare a spostarla a mani nude e già per me questo sarebbe un primo inquinamento delle indagini; non hanno eseguito l’esame del tampone vaginale perché hanno ritenuto non indispensabile (ma chi lo dice che mia sorella non abbia subito una violenza sessuale?);

all’obitorio, inoltre, io non so che prove o campioni abbiano preso, ma posso dire che quando ci hanno fatto entrare per il riconoscimento del cadavere (ancora prima dell’autopsia) mia sorella era stata lavata. Quello che posso dire e riassumo in una frase, non si è lavorato come di dovere.”

Da fonti aperte, emergono dubbi circa la chiave del terrazzo del civico 5F di Via Buozzi che sarebbe stata rinvenuta, come da verbale, sul corpo di Madalina; in realtà,questa chiave sarebbe stata trovata sul terrazzo. Le risulta questa discordanza?

Elena Sabadac: “Si, so che la chiave è stata trascritta sui verbali tra gli oggetti rinvenuti accanto al corpo di Madalina, ma ho ascoltato che questa chiave è stata trovata sul terrazzo. In realtà, a mio avviso, questa chiave non esiste, perché quella notte, quando sono giunta in caserma per riconoscere gli effetti personali di mia sorella, oltre alle chiavi di casa non ho visto altro.

Mi hanno fatto vedere tutti gli oggetti di mia sorella tranne questa chiave”.

In base alla stampa dell’epoca, in quel palazzo nel 2012 vivevano due funzionari di giustizia e un medico. In realtà, dalle nostre indagini è emerso che, ora, due appartamenti appartengono a un medico ginecologo e un altro appartiene a un magistrato. Pensa che possa aver avuto un peso nelle indagini, la presenza in quel palazzo di personalità importanti o le indagini hanno seguito un certo percorso a causa dei pregiudizi sulla nazionalità rumena di Madalina?perché non avrebbero lavorato abbastanza secondo lei?

Elena Sabadac: “Sicuramente stiamo parliamo della “ Reggio Bene”. Che io sappia, per quanto riguarda le prime indagini è emerso che un appartamento appartenga a un giudice, uno a un medico e un altro appartamento appartiene a un giudice donna la quale vive fuori; un altro appartamento, invece, è adibito a studio medico ginecologico.

Il peso nelle indagini, secondo me, l’ha tuttora”.

Scritto da: ester.cavallo

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