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Ora al lavoro per chiudere i dossier più urgenti

todayOttobre 22, 2022

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Ora al lavoro per chiudere i dossier più urgenti

Ora al lavoro per chiudere i dossier più urgenti . In due mesi e mezzo Camera e Senato dovranno fare arrivare in porto il decreto Aiuti ter, pronunciarsi sulla Nadef e poi sulla sua revisione con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e non solo, che saranno fissati dal nuovo governo

Con la chiusura il 14 ottobre a Montecitorio della partita per le presidenze delle Camere, il Parlamento si rimette formalmente in moto per affrontare i dossier più urgenti. E quella che si profila è una vera e propria corsa contro il tempo.

Gli adempimenti entro dicembre

In due mesi e mezzo Camera e Senato dovranno anzitutto fare arrivare in porto il decreto Aiuti ter, pronunciarsi sulla Nadef in versione light presentata dall’esecutivo Draghi e poi sulla sua revisione con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e non solo, che saranno fissati dal nuovo governo.

Ma sulla base della tabella di marcia abbozzata dal centrodestra, in attesa che il capo dello Stato conferisca, probabilmente a Giorgia Meloni, l’incarico di formare il nuovo esecutivo, già entro la prima metà di novembre (al più tardi attorno al 20) le Camere dovrebbero cominciare a fare a i conti con la manovra e con il decreto fiscale collegato. Che potrebbe assorbire anche la tranche di aiuti per puntellare famiglie e imprese contro il caro energia anche nell’ultimo scorcio dell’anno utilizzando in prima battuta lo spazio di 10 miliardi ancora disponibile per il 2022, come indicato dalla stessa Nadef. Anche se non è ancora del tutto escluso che per i sostegni il nuovo esecutivo possa ricorrere a uno specifico Dl.

I compiti delle Camere

In ogni caso il prossimo esecutivo dovrà sottoporre al voto delle Camere la consueta relazione per ottenere l’autorizzazione ad utilizzare lo spazio fiscale disponibile. Per essere pienamente operative, però, le Camere, una volta costituiti i Gruppi parlamentari, dovranno “attivare” le Commissioni permanenti eleggendo anche i relativi presidenti.

Ma le stesse Commissioni dovranno fare i conti con la cura dimagrante dei parlamentari imposta dalla riforma costituzionale voluta dal M5S. E non è certo destinata a favorire un fluido svolgimento dei lavori la “sfasatura” che si presenta tra palazzo Madama e Montecitorio.

Le riforme dei regolamenti

Il Senato ha già riformato il suo regolamento prevedendo la riduzione delle Commissioni da 14 a 10 con alcuni accorpamenti. L’assetto della Camera è rimasto invece invariato, con lo stesso schema con 14 Commissioni previsto per 630 deputati (ora sono scesi a 400). Una situazione anomala che potrebbe favorire un prolungamento dei tempi per “attivare” le commissioni.

Anche per questo motivo a Montecitorio si è già deciso di costituire in via temporanea una Commissione speciale, come era già accaduto all’inizio della scorsa legislatura, che avrà prioritariamente il compito di esaminare il Dl Aiuti ter (scade il 22 novembre) e la Nadef “light”. È chiaro che in caso di necessità le Commissioni speciali potranno pronunciarsi su altri provvedimenti urgenti, ma quasi sicuramente non sulla manovra.

Le tappe della manovra

La sessione di bilancio si dovrebbe sviluppare seguendo il percorso tradizionale. Il centrodestra non sembra intenzionato a perdere troppo tempo anche per evitare di correre il rischio di sconfinamenti nell’esercizio provvisorio. Se non ci saranno imprevisti nella formazione del governo, che dovrebbe ottenere a fiducia del Parlamento entro l’ultima settimana di ottobre, il disegno di legge di bilancio dovrebbe essere varato prima del 15 novembre insieme al decreto fiscale.

La presentazione della manovra dovrebbe essere preceduta dall’integrazione della Nadef con il quadro programmatico e del Dpb inviato, sempre in forma snella e parziale, a Bruxelles dall’esecutivo Draghi. Una manovra che potrebbe anche arrivare semi-blindata in Parlamento.

fondo nuove competenze
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Credits:ilsole24ore

Scritto da: ester.cavallo

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