Guerra Ucraina

Russia: Strappato il trattato per la sovranità moldava.Scatta l’allarme

todayFebbraio 23, 2023 1

Sfondo
share close

Russia: Strappato il trattato per la sovranità moldava.Scatta l’allarme

Russia: Strappato il trattato per la sovranità moldava.Scatta l’allarme .

Mosca cancella la sovranità moldava e accusa: “Kiev prepara provocazione armata in Transnistria”. Sale la tensione anche in Georgia

Vladimir Putin ha stracciato un decreto del 2012 precipitando mezza Europa nell’angoscia. Regolava, tra l’altro, i rapporti con i vecchi ex satelliti dell’Unione sovietica, quelli più minacciati dagli appetiti imperialisti del Cremlino. E la piccola Moldavia, con la sua testa rivolta verso l’Europa, si sente sempre più sotto assedio. Tanto più dopo l’ultima indiscrezione su un possibile assalto russo all’aeroporto di Chisinau e le voci su sanguinosi putsch orditi dal Cremlino che non si placano.

A riportare la notizia è il quotidiano britannico Guardian. Il decreto, che comprendeva una componente moldava, delineava la politica estera russa di 11 anni fa che presupponeva relazioni più strette con Ue e Usa. La revoca è stata pubblicata sul sito del Cremlino e afferma che la decisione è stata presa per “garantire gli interessi russi in relazione ai cambiamenti nelle relazioni internazionali”.

La decisione del presidente russo Vladimir Putin di riconoscere l’ indipendenza delle due sedicenti regioni separatiste di Donetsk Lugansk nel Donbas è stato solo il preludio. L’invasione ora in corso può essere, e probabilmente sarà, la fine dell’Ucraina come nazione indipendente.

Per l’Ucraina, una nazione di quasi 44 milioni di persone, si profila una catastrofe. Per l’Europa è la fine del sempre più traballante ordine post-Guerra Fredda.

La soluzione c’era…

La grande tragedia di questa vicenda è che, sulla carta, c’era una soluzione diplomatica che avrebbe dato a tutte le parti coinvolte – Russia, Ucraina, Europa e Stati Uniti – non solo una via d’uscita onorevole ma reali benefici di sicurezza, economici e strategici.

L’Amministrazione Biden, che finora ha gestito la crisi in maniera molto competente, aveva fatto un’importante offerta alla Russia. Gli Stati Uniti erano pronti a garantire una moratoria sull’allargamento della Nato all’Ucraina, apparentemente la principale preoccupazione di Mosca nonostante la questione non fosse mai davvero stata in agenda. A questo si accompagnava l’impegno a non schierare in Ucraina missili offensivi basati a terra né truppe su base permanente.

Russia: Strappato il trattato per la sovranità moldava.Scatta l'allarme

Biden era inoltre disposto ad aprire un negoziato sulla sicurezza europea, in parte bilaterale e in parte pan-europeo, che avrebbe toccato questioni di grande interesse per i russi. Sul tavolo c’erano una maggiore trasparenza reciproca sulle esercitazioni militari e limiti allo schieramento di forze convenzionali e bombardieri strategici, nonché l’apertura dei sistemi di difesa antibalistica americani in Polonia e Romania a ispezioni da parte dei russi, che così avrebbero potuto verificare che non costituiscono una minaccia al loro deterrente nucleare. La considerazione degli interessi di sicurezza russi avrebbe reso percorribile per Mosca allentare la morsa sull’Ucraina, accettando una rinegoziazione del contraddittorio accordo di Minsk del 2015 per la restituzione del Donbas al controllo delle autorità di Kiev.

L’alternativa prospettata da Biden e i leader europei a Putin in caso di escalation era un mix di sanzioni economiche Usa e Ue molto pesanti e il rafforzamento degli schieramenti Nato nei paesi membri dell’Europa centro-orientale, e cioè esattamente il contrario di quanto i russi apparentemente puntavano a ottenere con la mobilitazione militare attorno all’Ucraina.

In sostanza, Biden aveva dato a Putin la possibilità di invertire il senso delle sempre più tese relazioni della Russia con gli Stati Uniti e l’Europa costruendo insieme le basi di un nuovo edificio di sicurezza europea.

Putin ha – brutalmente – declinato l’offerta. Perché?

…Ma Putin non era interessato

Nel prolisso e sconclusionato discorso alla nazione, impastato di revisionismo storico e nostalgia nazional-imperiale, in cui Putin ha riconosciuto l’indipendenza di Donetsk e Lugansk, il presidente russo aveva anche di fatto ritirato il riconoscimento dell’Ucraina come nazione indipendente da parte della Russia.

L’invasione è la logica conseguenza di tutto questo. L’obiettivo di Putin è l’abbattimento del governo democratico di Kiev con un governo filo-russo fantoccio e la distruzione dell’Ucraina indipendente.

Questo è il motivo per cui Putin non ha raccolto la proposta di Biden. La questione dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, per quanto reale, era secondaria.

Nel 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea con la forza e fomentato una guerra civile nel Donbas, era ancora in vigore una legge del 2010 con cui il parlamento di Kiev aveva decretato la neutralità dell’Ucraina (le cose sono cambiate solo successivamente). La stessa opinione pubblica era in maggioranza contraria all’ingresso nella Nato (di nuovo le cose sono cambiate dopo l’invasione russa del 2014).

Nell’inverno 2013-14 gli ucraini scesero in piazza non per invocare l’ingresso nella Nato ma per protestare contro la decisione dell’allora presidente Viktor Yanukovich di rinunciare a un accordo di associazione con l’Unione Europea.

Una maggiore integrazione politico-economica con l’Ue preludeva a un consolidamento della transizione democratica dell’Ucraina e a un ancoraggio del sistema politico nazionale al contesto normativo liberale e pluralistico dominante nell’Ue. Non era tanto una minaccia alla sicurezza della Russia, quanto alla sicurezza del sistema di potere sempre più autoritario creato da Putin.

Agli occhi del presidente russo, l’emancipazione dell’Ucraina dalla Russia non era solo un’aberrazione storica, ma conteneva il rischio che il germe ‘liberal-democratico’ potesse infettare la popolazione russa. Non è un caso che il regime di Putin, che nei primi dieci anni si era prodigato nel pilotare il consenso, successivamente si è concentrato sempre di più sulla repressione del dissenso.

È in questa luce che va letta la nuova invasione dell’Ucraina. Non c’è spazio per un negoziato a condizioni accettabili a Stati Uniti ed Europa.

Scritto da: ester.cavallo

Rate it

Commenti post (0)

Lascia un commento


0%
X