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Poste Italiane rivede al ribasso l’importo liquidato per la cessione di crediti d’imposta con recupero in quattro, cinque e dieci anni e con cessione di tutte le annualità.
Le ultime modifiche al meccanismo di cessione del credito, che consentono alle banche di cedere ai correntisti business, e alla responsabilità solidale, che ha portato alla nuova circolare dell’Agenzia delle Entrate (pubblicata e poi corretta), stanno già producendo i primi effetti.
Stiamo parlando, in particolare, delle modifiche arrivate:
Correttivi a seguito dei quali i cessionari qualificati hanno cominciato a stipulare contratti di cessione con grandi utenti non consumatori che libereranno parte della capienza fiscale del comparto bancario, riaprendo le possibilità di acquisto (ormai molto ridotte).
Non è tutto oro quel che luccica. Lo dimostrano i controllo sempre più serrati da parte dei soggetti cessionari che, non fidandosi evidentemente del lavoro dei professionisti (attestazioni, asseverazioni, visti,…), hanno cominciato a chiedere documenti aggiuntivi, asseverazioni aggiuntive e, per importi decrescenti, verifiche in cantiere.
Controlli che, avendo un costo, hanno ridotto anche le offerte di acquisto che da 102/103 euro per ogni 110 euro di credito maturato, sono diminuite enormemente.
Poste Italiane, ad esempio, fornisce delle indicazioni di massima, ammettendo però che il corrispettivo che sarà riconosciuto a valle dell’accettazione della proposta di cessione del credito d’imposta e a seguito della positiva conclusione del processo di valutazione interno, è calcolato come percentuale sul valore nominale del credito d’imposta ceduto e varia in funzione:
Solo alla fine del processo di valutazione, il cliente avrà la possibilità di verificare il corrispettivo nell’ambito della bozza di proposta contrattuale, da cui rimane libero di non sottoscriverla.
L’importo liquidato per la cessione di crediti d’imposta con recupero, rispettivamente, in quattro, cinque e dieci anni (con cessione di tutte le annualità) sarà pari a:
Per esempio:
Abbiamo recentemente parlato della nuova figura del Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica, in linea generale Poste chiede “almeno” la seguente documentazione di base:
Poste Italiane ammette che l’invio di documentazione errata o non conforme a quanto richiesto, o il mancato rispetto delle tempistiche richieste per l’invio della stessa, comporterà il rifiuto della richiesta di cessione del credito d’imposta.
Relativamente alle tempistiche, se tutto procede senza intoppi nell’invio della documentazione o nei controlli dell’Agenzia delle Entrate, in base alla volumi delle richieste e alle eventuali modifiche normative in corso che potrebbero rallentare o bloccare il processo, la liquidazione del corrispettivo sul conto corrente BancoPosta del cliente può arrivare a due mesi e mezzo.
Scritto da: Redazione
Agenzia delle Entrate cessione a Poste Italiane Correttivi a seguito dei quali i cessionari qualificati Decreto Aiuti Decreto Aiuti bis Intermediario Fiscale Intermediario Fiscale all’Agenzia delle Entrate Legge 15 luglio 2022 n. 91
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