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Crollo della Silicon Valley Bank:finanza internazionale sotto scacco

todayMarzo 16, 2023 1

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Crollo della Silicon Valley Bank:finanza internazionale sotto scacco

Crollo della Silicon Valley Bank:finanza internazionale sotto scacco . Il crollo della Silicon Valley Bank ha avuto solo un impatto limitato sul settore bancario nell’Unione europea, ha affermato la titolare dei Servizi finanziari del blocco.

Parlando davanti al Parlamento europeo a Strasburgo, la commissaria europea Mairead McGuinness ha usato Silicon Valley Bank (SVB) come esempio del motivo per cui i prestatori stranieri leggermente regolamentati debbano soddisfare regole più severe all’interno dell’Unione.

“Queste banche statunitensi non erano soggette a severi requisiti normativi per la liquidità – dice McGuinness -perché gli Stati Uniti non applicano Basilea le regolamentazioni alle banche di medie e piccole dimensioni…

Mentre qui nell’Unione europea, applichiamo gli standard di prudenza a tutte le banche: se fosse stato così negli Stati Uniti e fossero stati applicati i requisiti sulla liquidità, è probabile che queste banche statunitensi avrebbero avuto una posizione di liquidità più forte”.

I cosiddetti accordi di Basilea sono stati sottoscritti per ridurre i danni arrecati all’economia dalle banche che si assumono troppi rischi.

La Commissione Ue ha affermato che sta monitorando da vicino ulteriori sviluppi: i membri del Parlamento vedono anche un settore bancario europeo ben attrezzato per resistere a una tempesta simile a quella che ha coinvolto SVB.

“Sono fiducioso – dice Jeroen Lenaers, eurodeputato olandese – tuttavia, cosa abbiamo imparato dalla crisi precedente?

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Il crac elvetico

Nel frattempo, le ripercussioni sul mercato dovute al crollo di SVB hanno colpito Credit Suisse, il che rappresenta una preoccupazione molto più grande per l’economia globale rispetto alla banca regionale statunitense.

Le azioni del gigante bancario elvetico sono crollate del 30% al minimo storico, dopo che il suo principale azionista, la Saudi National Bank, ha dichiarato che non acquisterà più azioni della banca, causa imprecisate questioni di carattere normativo.

Conti segreti, riciclaggi, fallimenti , Credit Suisse  fa sapere che prenderà 50 miliardi in prestito dalla Banca Centrale Svizzera. L’anello debole della finanza globale, troppo grande per fallire ma anche per essere salvata. Cosa sta succedendo e cosa può accadere per le banche italiane?

In una nota l’istituto di credito ha fatto sapere che questo servirà a rafforzare la sua liquidità. E che «sosterrà le attività core e i clienti di Credit Suisse mentre la banca prende le misure necessarie per creare una struttura più semplice e concentrata sulle necessità dei suoi clienti». La banca si offre anche di riacquistare debito per circa tre miliardi di franchi. Il Ceo Ulrich Koerner ha spiegato che il prestito arriva nell’ambito di una «Covered Loan Facility e di una liquidity facility a breve termine. Interamente garantite da attività di elevata qualità». La mossa è pensata per arginare il panico nelle Borse e dovrebbe contribuire a diminuire la pressione sul settore creditizio.

L’esposizione delle banche italiane

Ora uno dei temi è cosa possono rischiare le banche italiane. La Repubblica fa sapere che Palazzo Chigi segue il dossier in contatto con Consob Banca d’Italia. Le controparti italiane non paiono esposte in modo significativo sugli 11,9 miliardi di euro iscritti a bilancio come debiti bancari. Quindi, secondo la premier, dal punto di vista dei numeri non c’è molto da preoccuparsi. Da quello del panico sì. Il quotidiano ricorda anche che le banche italiane sono molto esposte con i titoli governativi. Bankitalia censiva 384 miliardi di euro in titoli del Tesoro. E 200 miliardi di altri bond. Ogni volta che il tasso della Banca Centrale Europea sale i titoli rendono di più, ma si deprezzano in bilancio. Attualmente i grandi istituti coprono con derivati le perdite dei Btp. E il 55% dei bond governativi è fermo in bilancio fino alla scadenza, quando arriva il rimborso alla pari.

I pericoli

Le perdite però si concretizzerebbero se le banche vendessero i bond per finanziarsi. Ma questo potrebbe accadere soltanto se il panico prendesse piede oltre ogni limite. Per esempio con un assalto agli sportelli che oggi è impensabile. Si tratta, spiega il quotidiano, di uno scenario che Kepler martedì definiva «altamente improbabile, a fronte della liquidità in eccesso di cui dispongono», misurata dall’indice Lcr che in Europa è mediamente al 167%, e per i grandi gruppi Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Bper anche superiore (mentre Unicredit è poco sotto la media).

Ora la Bce sta chiedendo alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione sull’istituto di Zurigo. La presidente del consiglio Giorgia Meloni, senza fare nomi, ha annunciato la «massima attenzione del governo sui mercati finanziari. Mentre il primo ministro francese Elisabeth Borne ha chiesto alle autorità svizzere di intervenire direttamente, annunciando un incontro tra il ministro dell’economia Bruno Le Maire ed il suo omologo a Berna.

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Scritto da: ester.cavallo

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